La continua e consistente crescita dei consumi di prodotti biologici,
con gli ortofrutticoli in bella evidenza un po' ovunque, suggerisce alla
filiera nazionale di fare alcune riflessioni sul ruolo che il bio
potrà giocare per lo sviluppo dei consumi complessivi di frutta e
verdura. La questione riveste particolare importanza, soprattutto per il
sistema distributivo moderno non specializzato, poiché un diverso
ruolo di questa categoria merceologica potrebbe determinare effetti
benefici complessivi sul reparto ortofrutta, in sofferenza da alcuni anni
soprattutto sul fronte della marginalità.
Il tema è al momento affrontato solo in minima parte,
poiché i consumi di ortofrutta biologica crescono e, dunque, tutti i
distributori cercano di ampliare l’assortimento, magari coinvolgendo
nuovi prodotti o sviluppando una loro marca, ma – a mio avviso
– l’approccio strategico non è cambiato e la
contrapposizione con i prodotti realizzati con tecniche di agricoltura
integrata rimane immutata, riducendo così di gran lunga il
potenziale di sviluppo del biologico. La d'istintività
“storica” di questa categoria rispetto all'integrato è
nell'assenza di residui di agro-farmaci: da qui la necessità di non
calcare troppo la mano sulla comunicazione del biologico nel punto di
vendita per non penalizzare l’altro prodotto, cui corrispondono di
norma spazi confinati, quasi sempre non sul flusso principale del traffico
e – di conseguenza – contenimento dell’assortimento ai
prodotti base per via delle limitate rotazioni generabili.
Questo è tanto più vero oggi per effetto della
proliferazione di nuovi prodotti ortofrutticoli nei negozi a libero
servizio, vuoi per fare fronte a nuove esigenze nell'ambito della salute,
come è avvenuto per goji e quinoa, vuoi per l’approfondimento
dell’assortimento con nuove declinazioni d’offerta, come sta
accadendo con lo sviluppo di nuove varietà sulle mele.
L’analisi delle vendite delle diverse referenze bio evidenzia
però alcune peculiarità che, integrate con i risultati delle
analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter sul percepito del biologico,
offrono l’opportunità di pensare una diversa strategia su
questa categoria, non più di contrapposizione, ma di integrazione
con il resto dell’assortimento nei punti di vendita.
La prima evidenza emerge dalla classifica dei prodotti più
venduti, dove la parte del leone la fa il limone, che - viceversa - a
livello complessivo si colloca al decimo posto fra i prodotti frutticoli
acquistati.
La ragione di questa differenza risiede nell’impiego della buccia
in diverse preparazioni alimentari, che spinge il cliente
all’acquisto di limoni bio quando prevede questo utilizzo e mostra un
atteggiamento sul biologico più “laico” di chi frequenta
i supermercati rispetto a quello più "rigoroso"
degli habitué dei negozi specializzati. L'evidenza è
confermata dalle nostre ricerche, da cui emerge che nel corso del 2015 un
consumatore su due ha acquistato almeno una volta ortofrutta bio, il 20% in
più rispetto a cinque anni fa, a testimoniare l’interesse e la
trasversalità di questa categoria nei consumi degli italiani.
Questi comportamenti generano nuove opportunità di declinazione
del bio nei punti di vendita moderni, che spaziano da nuovi prodotti a
bassa rotazione proposti solo nella variante bio, a prodotti
dell’alto di gamma sempre in esclusiva, dove il mantenimento di una
sola referenza sul bio è tollerabile proprio per effetto del mark-up
che questi richiedono rispetto alla "proposta base" dello
stesso tipo; per finire con alcune delle referenze confezionate –
come mele e altri prodotti in vassoio - che sono spesso una replica del
corrispondente prodotto sfuso - salvo piccole differenze nel calibro poco
percepibili - e che rendono ridondante l’assortimento, anziché
ampliare le prestazioni offerte. L’uso del biologico, in queste e
altre declinazioni, costituisce una nuova possibile chiave di lettura della
segmentazione dell’offerta, non più basata solo su
“pesticidi sì o no”, che offre opportunità di
sviluppo aggiuntive della categoria con soddisfazione, sia del consumatore,
che della filiera.
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